venerdì 10 febbraio 2017

CertIng (2): Lettera Aperta a Bruno Finzi

Caro Bruno,

ho ricevuto quest'oggi una missiva dall'Ordine degli Ingegneri di Milano, che Tu presiedi, nella quale mi si propone di aderire alla certificazione CertIng al modesto costo di Euro 160 o 260 + IVA, a seconda del livello (1 o 2).

Inoltre, tra le altre cose, mi si informa che avrei diritto a 15 CFP per tre anni, se faccio tale certificazione.

Volevo dirti.

Io credo che questo sia più o meno un mercato, che spaccia la certificazione come qualcosa di serio, mentre l'unica cosa seria sono gli studi fatti (o non fatti) bene alla Università, e la successiva attività professionale.

Con questa cosa del Cert Ing, Voi state massacrando quel poco che resta della immagine che un tempo avevano gli ingegneri, facendo passare il concetto che esistono ingegneri non qualificati per il loro compito.

Anziché espellere chi si comporta male, o dimostra di non avere i requisiti per esercitare la professione, che sarebbe quanto farebbe una istituzione seria, con questa cosa del bollino blu a pagamento Voi state distruggendo l'idea stessa che un ingegnere iscritto all'Ordine, in quanto iscritto all'Ordine, sia competente.

Certo, sappiamo bene che a volte non è così. Ma allora, agite di conseguenza sugli iscritti, per sottrazione, non per aggiunta.

Spiace vedere che anche l'Ordine di Milano, segua questa tendenza scellerata.

Auguri: di questo passo non rimarrà presto più nulla da presiedere.

Cordiali saluti

Paolo

mercoledì 8 febbraio 2017

Terremoto: un affare

Non avevo molto creduto a quanti dicevano e scrivevano che il terremoto fosse un affare. Avevo pensato che le persone interessate ad arricchirsi con le case devastate fossero una esigua minoranza.

Mi sono ricreduto dopo gli ultimi sismi.

I terremoti creano oggettivamente lavoro per molte persone. E oggettivamente molti ne traggono vantaggi.

  1. Le imprese di costruzione.
  2. I professionisti che devono progettare le nuove abitazioni o che devono valutare quelle esistenti. Vantaggi: alcuni più, altri meno. Decine di migliaia di ingegneri, geometri, architetti, geologi, periti...
  3. Gli esperti che vengono consultati per emettere pareri in merito a edifici strategici, ponti, dighe o altre strutture speciali.
  4. I politici, che mostrandosi attenti e pronti si fanno molta buona pubblicità, e quindi si preparano a restare.
  5. Gli amministratori, che possono ottenere fondi per i territori e quindi consensi.
  6. Le software house che vengono nuove versioni dei loro programmi.
  7. I professori universitari, che traggono lustro e incarichi dal fatto di partecipare alle Commissioni che decidono le Norme.
  8. E via così enumerando.

Gli unici a perderci qualcosa sono solo e soltanto i terremotati. Gli altri non percepiscono che possa capitare anche a loro. La ruota della Fortuna gira, e colpisce tutto sommato pochi. Sfortunati.

La gran macchina del cincischio deve funzionare. Non interessa molto, io credo, che il lavoro fatto ed i soldi spesi siano utili. Altrimenti bisognerebbe cambiare molte cose, a cominciare dalle leggi. Le leggi, invece, sono fatte per essere modificate, interpretate, adeguate, aggiornate e via via modificate, sulla base, si dice, del progresso tecnico e scientifico. Che siano sbagliate, e che si sappia, poco interessa. L'essenziale è che non vengano smentite troppo platealmente.

Ora il prossimo gran quizzone è la determinazione per via probabilistica della vulnerabilità del patrimonio edile. Sappiamo già che buona parte dell'edificato è a rischio, ma metterlo nero su bianco aiuta. In specie se con numeri del lotto, per dare una patina di precisione e affidabilità. Milioni di parcelle, inoltre.

Dico "i numeri del lotto" perché si sa che i metodi probabilistici sono sbagliati ed inadeguati. Se 1+1=2, allora le norme andrebbero cambiate. Ma è impossibile: la macchina che gli gira intorno è troppo possente per essere arrestata. Ora abbiamo la nuova frontiera: il progetto Case Italia.

Sono certo che molti stanno correndo a perdifiato per saltare sul carro. Ma sono anche certo che di quello che servirebbe veramente, ben poco sarà fatto. Me lo dice il fatto che ci sono incoerenze stridenti. Chiare contraddizioni, nelle norme. Che nessuno affronta.

L'essenziale è che tutto giri con una parvenza di efficienza e di utilità. Dei fatti veri, poco importa.