mercoledì 13 settembre 2017
mercoledì 6 settembre 2017
Cent'anni di inganni
La ragione per la quale nel nostro Paese il rischio sismico non è adeguatamente percepito dalla popolazione, è presto detta. Nessuno ha spiegato alla popolazione i termini esatti del problema.
Per molto tempo il sistema adottato dallo Stato per dirimere la questione è stato quello di redigere delle liste ministeriali nelle quali venivano elencati i comuni sismici, ed il loro relativo grado di sismicità. Tale scelta aveva alcuni importanti vantaggi, e molti svantaggi.
I vantaggi erano quelli di circoscrivere e minimizzare il problema. Gli svantaggi erano legati al rischio, molto alto, che masse enormi di popolazione subivano.
La circoscrizione e minimizzazione del problema aveva alcuni importanti effetti benefici.
Al posto dei Comuni sismici, l'Ordinanza stabiliva che per conoscere la pericolosità di una zona sismica, o di un Comune, o di una Casa, si dovesse fare ricorso a mappe probabilistiche con passo di 5,5 Km. Cosa poi materialmente realizzata con le famigerate NTC 2008, norme altamente errate e profondamente diseducative.
I metodi probabilistici infatti cambiano tutto, perché apparentemente sono basati su metodi scientifici, mentre in realtà non cambiano nulla, perché continuano a sottostimare pesantemente sia la ricorrenza che la severità dei sismi nel nostro Paese.
Ad un attento esame (vedi qui o qui ad esempio), i metodi scientifici scientifici non sono. Si tratta di metodi che io definirei tolemaici, ovvero metodi basati su wishful thinking , modelli accattivanti ma errati, e nessuna verifica sperimentale. E quanto alla sotto stima degli effetti, se ne sono visti chiaramente gli esiti in Emilia, in Centro Italia, e a l'Aquila.
Nonostante tutte le evidenze dicano che i metodi probabilistici sono errati, questi rimangono nelle nostre norme, perché, oltre a fare il bene di un gruppone di happy few che altrimenti sarebbero spazzati via (intendo: ricercatori, professori, consulenti, funzionari e dirigenti che sui metodi probabilistici hanno costruito le loro carriere), le norme probabilistiche continuano ad assolvere al compito di sottostimare il rischio, così facendo l'utile lavoro spiegato in 1), 2), 3), 4) e 5.
E' da notare che il rischio non è rimasto costante negli ultimi cinquecento anni. Non è che le cose siano oggi come ai tempi di Ariosto. No. Siccome abbiamo costruito città densissimamente abitate, usando come unità tipo palazzine di calcestruzzo armato fatte chi sa come e chi sa da chi, il rischio è enormemente aumentato. Basterebbe un unico terremoto, di severità significativa, in luogo sfortunato, per mettere definitivamente in ginocchio il Paese. Allora altro che spread!
Quindi, nulla di nuovo sotto il sole, e conteremo ancora molti morti.
Per molto tempo il sistema adottato dallo Stato per dirimere la questione è stato quello di redigere delle liste ministeriali nelle quali venivano elencati i comuni sismici, ed il loro relativo grado di sismicità. Tale scelta aveva alcuni importanti vantaggi, e molti svantaggi.
I vantaggi erano quelli di circoscrivere e minimizzare il problema. Gli svantaggi erano legati al rischio, molto alto, che masse enormi di popolazione subivano.
La circoscrizione e minimizzazione del problema aveva alcuni importanti effetti benefici.
- Per gli amministratori, consentiva che il problema fosse lasciato marcire, e che un certo laissez faire potesse prendere piede. Dunque, manica larga nella gestione degli abusivismi, manica larga nelle concessioni edilizie, e relativo consenso elettorale.
- Per le imprese, consentiva di erigere palazzine una dopo l'altra senza troppo curarsi della preparazione delle maestranze dei materiali e degli stessi progettisti. Infatti, non a caso, la qualità della edilizia del Paese è andata progressivamente scemando, a causa della sempre maggior inurbazione e richiesta di edifici rapidamente da mettere sul mercato.
- Per i cittadini, consentiva di acquisire un falso senso di sicurezza, e quindi di dormire sogni tranquilli anche se magari i propri figlioli erano sotto un castello di carte, pronto a crollare alla prima scossa. E quindi consentiva di fare allargamenti, abusivismi, violazioni di norma, senza troppo preoccuparsene.
- Per il Paese in generale, consentiva il tumultuoso sviluppo economico del secondo dopoguerra, senza che vi fosse alcun criterio o regola.
- Per certi studiosi del passato dei Comuni italiani, consentiva di acquisire il ruolo di Sibille Cumane, ovvero consentiva di avere il ruolo di chi, conoscendo la sismicità storica, poteva, solo sulla base di quella, stabilire se un Comune fosse sismico e meno. Come se su scala geologica 2000 anni fossero sufficienti. Singolare forma di presunzione con risultati, abbiamo visto poi, disastrosi.
Al posto dei Comuni sismici, l'Ordinanza stabiliva che per conoscere la pericolosità di una zona sismica, o di un Comune, o di una Casa, si dovesse fare ricorso a mappe probabilistiche con passo di 5,5 Km. Cosa poi materialmente realizzata con le famigerate NTC 2008, norme altamente errate e profondamente diseducative.
I metodi probabilistici infatti cambiano tutto, perché apparentemente sono basati su metodi scientifici, mentre in realtà non cambiano nulla, perché continuano a sottostimare pesantemente sia la ricorrenza che la severità dei sismi nel nostro Paese.
Ad un attento esame (vedi qui o qui ad esempio), i metodi scientifici scientifici non sono. Si tratta di metodi che io definirei tolemaici, ovvero metodi basati su wishful thinking , modelli accattivanti ma errati, e nessuna verifica sperimentale. E quanto alla sotto stima degli effetti, se ne sono visti chiaramente gli esiti in Emilia, in Centro Italia, e a l'Aquila.
Nonostante tutte le evidenze dicano che i metodi probabilistici sono errati, questi rimangono nelle nostre norme, perché, oltre a fare il bene di un gruppone di happy few che altrimenti sarebbero spazzati via (intendo: ricercatori, professori, consulenti, funzionari e dirigenti che sui metodi probabilistici hanno costruito le loro carriere), le norme probabilistiche continuano ad assolvere al compito di sottostimare il rischio, così facendo l'utile lavoro spiegato in 1), 2), 3), 4) e 5.
E' da notare che il rischio non è rimasto costante negli ultimi cinquecento anni. Non è che le cose siano oggi come ai tempi di Ariosto. No. Siccome abbiamo costruito città densissimamente abitate, usando come unità tipo palazzine di calcestruzzo armato fatte chi sa come e chi sa da chi, il rischio è enormemente aumentato. Basterebbe un unico terremoto, di severità significativa, in luogo sfortunato, per mettere definitivamente in ginocchio il Paese. Allora altro che spread!
Quindi, nulla di nuovo sotto il sole, e conteremo ancora molti morti.