Chi ha per molto tempo studiato una disciplina, passando ore ed ore sui libri, sperimentando nuove soluzioni, rendendosi conto di come funzionano quelle esistenti, ed approfondendo la comprensione delle regole che governano lo svolgersi di certi fenomeni, può avere la stessa autorevolezza e lo stesso identico diritto di parola, lo stesso peso specifico di chi, di quella disciplina, parla solo per aver orecchiato qualcosa qui e là, o magari letto su internet nei tre mesi precedenti?
Anche Homer Simson, se segue i corsetti di aggiornamento, può diventare un "ottimo professionista".
Nel nostro Paese, in questi tempi, sembra si siano smarriti i più elementari concetti di normale intelligenza, e così assistiamo a esperti medici immunologi costretti a difendersi da una massa di aggressioni sui social, ministri che coniano locuzioni contraddittorie come "obbligo flessibile", semi analfabeti che discettano di spread e di PIL, esperti in nulla che danno la linea a masse di persone disinformate.
La tendenza dura da decenni, ma il crescendo non ha sosta.
Qualcuno già sostiene che il problema è la democrazia, e si appresta a dimenticare le disastrose esperienze del '900, forse del resto neppure conosciute, riecheggiando slogan, idee, proposte e persino atteggiamenti che già comparvero ottanta o novanta anni fa, ignaro del disastro che poi seguì.
Forse la soluzione al dilemma è nella sostanziale differenza tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa. La democrazia diretta è la incompetenza al potere. Miele per chi dispone degli strumenti per pilotare le masse ignoranti. D'altro canto, la democrazia rappresentativa in Italia è in crisi perché i rappresentanti hanno rappresentato se stessi, i loro parenti ed amici, non i loro elettori. Con risultati spaventosi, ovvero con lo slittamento verso forme di democrazia semplicistiche e sostanzialmente dannose.
L'arraffamento della Cosa Pubblica per utile personale è talmente diffuso, nel Paese, che non si poteva pensare che i Rappresentanti ne fossero immuni. Ma, almeno, questi Rappresentanti, una volta erano competenti, mentre da decenni in qua non lo sono più.
Io credo che sia ormai necessaria una crisi spaventosa come già in passato, affinché vengano ripristinate le corrette linee di precedenza, e le numerose persone serie e preparate nei loro rispettivi campi possano finalmente avere un peso nella decisione delle regole e della loro applicazione.
Una crisi che faccia comprendere a chi ha dimenticato che la competenza è fondamentale, alcuni semplici concetti, e che ripristini l'ovvio: le persone incompetenti devono tacere se dell'argomento di cui si parla non hanno conoscenza.
Così, in un battibaleno, l'ottanta per cento dei posti dovrebbe essere riassegnato, giacché siamo pieni di persone incompetenti nei posti di comando.
L'ingegneria non fa eccezione, ma questo discorso non è specificamente legato al mondo ingegneristico, o ai Ministri per le Infrastrutture, o alle altre strutture dello Stato deputate alla cura ed emanazione delle normative.
Ormai questo discorso riguarda tutti i settori del Paese. E' urgente che una grave crisi porti a comprendere che non si può affidare la complessità alle sovra semplificazioni, agli slogan, e che non possiamo più permetterci di prendere a calci nel sedere le nostre menti più brillanti.
Solo uno shock potrà ormai far comprendere a quanti credono nelle soluzioni semplicistiche che le loro soluzioni sono inadeguate e che peggiorano la situazione. Un grave shock, che però, come la Storia insegna, potrebbe anche portare a qualcosa di molto brutto. Sono tra quelli che pensano che la mina del debito pubblico stia per scoppiare, e che in questo apparentemente cheto Paese possano nuovamente scatenarsi forze bestiali e prive di controllo.
Non ci sono politici in vista che siano realmente credibili. Ma ci sono moltissime persone per bene e competenti che potrebbero fare bene al Paese, e che, nel momento del disastro, potrebbero finalmente essere chiamate a svolgere un ruolo, come del resto avvenne dopo il 25 Aprile 1945.