La fede è fede
[presentazione del volume NTC 2018 e Circolare 2019, EPC Editore, Roma 2019]
In copertina: il tempio di Amon-Ra, Luxor (Tebe), Egitto
Premessa
Pubblichiamo come già nel 2009, il testo delle NTC 2018
coordinato con quello della Circolare del 2019. Il precedente volume fu molto gradito,
ed abbiamo quindi mantenuto il formato già usato in passato.
Come già per il testo della sola
norma, pubblicato un anno fa, e già dalla edizione del 2008, questo volume è
arricchito da considerazioni e riflessioni a commento della Norma e della
Circolare, segnatamente nella parte relativa alla determinazione delle azioni
sismiche, considerazioni e riflessioni ulteriormente affiancate da alcuni
documenti tecnici reperibili su CD.
Si tratta di articoli ed interventi
che sono stati precedentemente pubblicati o diffusi, e che possono aiutare il
lettore a farsi una idea delle considerevoli criticità connesse all’attuale
impianto della norma, nella parte relativa alla determinazione della
pericolosità sismica. Nella bibliografia di questi documenti, si trovano
ulteriori possibili fonti di approfondimento. Tra questi documenti figurano
alcune memorie tratte dagli Atti di due convegni tenutisi presso l’Accademia
Nazionale dei Lincei, che ringraziamo sentitamente con l’editore Bardi per
l’assenso alla diffusione nel CD allegato.
Sono ormai più di dieci anni che
segnaliamo e sottolineiamo, in tanti modi diversi, le gravi e perduranti
mancanze delle NTC in merito alla valutazione della pericolosità sismica, un
tassello fondamentale per conseguire la sicurezza. Continuiamo a farlo nella
consapevolezza di rendere un servizio utile al Paese e per dovere morale e
professionale.
Questo volume conserva, per il suo
valore di testimonianza chiara e cronologicamente antecedente, la prefazione alla
edizione uscita un anno fa, aggiungendone anche una nuova che mette
ulteriormente a fuoco la questione, commentando alcuni passi chiave della
Circolare anche con riferimento a recenti sviluppi che sembrano indicare,
finalmente, una maggior diffusione della critica anche in ambito accademico.
Per quanto riguarda le appendici e il
funzionamento del programma allegato al CD, vale quanto già scritto un anno fa,
e qui riportato integralmente al termine del volume.
Il curatore
___________________________________________
La fede è fede
di Paolo Rugarli
Ingegnere Strutturista
Con la Circolare del Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici n° 7 del 21 Gennaio 2019, la Repubblica italiana
ha raggiunto un altro traguardo che, nella patria di Galileo, può essere
considerato degno della massima nota: aver di fatto trasformato parti di un
documento tecnico in un testo di natura religiosa.
Come
per tutti i testi religiosi che si rispettino, nelle parti relative alla pericolosità
sismica la Circolare non deve essere letta utilizzando la logica, la coerenza,
la verosimiglianza e il rispetto dei fatti. Essa deve piuttosto essere letta
come la narrazione di un sistema di credenze che si auto sostengono e si auto
giustificano, senza nessun addentellato con la realtà.
Né
l’esercizio decennale e con tutti i dovuti modi del ragionamento e della
persuasione ha portato ad alcun cambiamento, perché se si tratta di fede non è
il ragionamento che conta (tra i numerosissimi interventi nazionali ed
internazionali si citano [1]-[15], incluso un convegno presso l’Accademia
Nazionale dei Lincei dove da più e più voci sono piovute critiche sostanziali
ai metodi di normativa).
La norma del
resto, investita per definizione di un ruolo non discutibile, non darà mai
conto delle sue contraddizioni, perché una fede, come una legge, non si avvale
necessariamente della verifica sperimentale e della non contraddittorietà ([14]).
Alcune cose vanno credute. Anzi: tutto va creduto, e nulla può dissuadere chi
ha una vera fede, lo sappiamo dai libri di storia. Si creano abitudini indiscutibili
e quasi inamovibili, anche perché rimuoverle è faticoso, costoso, e incontra
forti resistenze non necessariamente legate ai contenuti.
A
rendere la situazione più confusa, questa nuova religione dice di essere Scienza. Come in un film di
controspionaggio, in cui nessuno è più veramente sicuro di cosa sia cosa,
chiamare Scienza degli atti di fede
porta ad un interessante e diffuso gioco di società, nel quale il pubblico non
sa più bene chi stia usando la scienza, e chi la fede.
Qualcuno usa
un test speditivo: parlare seriamente di periodo
di ritorno di un sisma è un atto di fede. Infatti, nel ricevere, primo geofisico
italiano, un importante premio internazionale dall’American Geophysical Union,
il nostro autorevole sismologo prof. Panza ha recentemente confermato che il periodo di ritorno dei sismi non esiste
e che le parti relative alla pericolosità sismica delle NTC, le quali
utilizzano “effettivamente e non per scherzo le regole del lotto”, sono per
logica e involontaria conseguenza “da buttare” ([18]). Una riflessione
pubblicata sul Giornale dell’Ingegnere, dura ma efficace.
Purtroppo la
ripetizione all’infinito di affermazioni fantastiche, di terminologie vuote ma
sfarzose, di formule matematiche esoteriche che nascondono l’arbitrio, muta il
piombo in oro, e fa credere ai nostri disgraziati concittadini e anche ai
politici – ingannandoli – di avere leggi che li proteggano dai terremoti e che
implichino costruzioni sicure.
Ahinoi,
non è vero: se le azioni sono fortemente sottostimate le costruzioni non possono essere sicure.
Come
ogni testo religioso, anche la Circolare è stata scritta in tempi diversi da
mani diverse. Alcune parti applicano pertinentemente i metodi probabilistici e
risultano credibili. Ma, poiché nelle NTC e nel Paese sono trasversali e sempre
di maggiore importanza le questioni legate alla sismicità ed alla salvaguardia
del patrimonio edilizio esistente dal rischio sismico, sono questi gli aspetti della
Circolare sui quali maggiormente ci soffermeremo.
Qui
i credenti possono veramente mettersi alla prova, perché quanto la Circolare
racconta richiede l’abbandono totale della verosimiglianza e della verifica
sperimentale.
Prendiamo
ad esempio questa meravigliosa frullatura
inserita nella Circolare come riferimento positivo e condotta avendo come
obiettivo spettri che non c’entrano
con il problema in esame. C’entrano infatti solo prendendo per buona tutta la
precedente narrazione della
disaggregazione, dei percentili, dell’albero logico (che dà 16 pomi
probabilistici multi-soggettivi ma esperti
che, mediati, secernono argento, il valor
medio, oro, i percentili, e platino,
le quattro-cifre-significative ([1],
[6], [7], [14]) che si ottengono mediando gli un-terzo, un-mezzo e un-quarto
della previsione probabilistica
soggettiva: da qui lo spettro
obiettivo). Una metamorfosi degna
di Ovidio:
1.per ogni coppia di
registrazioni orizzontali, si costruisce uno spettro SRSS, dato dalla radice
quadrata della somma dei quadrati degli spettri di ogni componente;
2.lo “spettro medio
SRSS” è pari alla media degli spettri SRSS di ciascuna coppia di
accelerogrammi, appartenente al medesimo gruppo di storie temporali;
3.le coppie di
registrazioni, nel numero indicato dalla norma, devono essere selezionate e
scalate in modo tale che lo spettro medio SRSS approssimi, secondo i criteri di
coerenza spettrale di norma, lo “spettro di riferimento”, dato dal prodotto
dello spettro elastico di progetto per un opportuno coefficiente a.
(Circolare C3.2.3.6)
Qui l’uomo di fede veramente roccioso
sopporta e scaccia le tentazioni del maligno, che gli suggeriscono che, dopo
cotanta frullatura, non resti più
assolutamente nulla, della fisica del
problema, ma solo, come attraverso una lastra di carta velina offuscata dalla
fuliggine di anni in una sera d’inverno, pallide ombre. Qui l’uomo di fede si
caricherà le terne di accelerogrammi nel software preferito, e… spingerà un tasto. Mirabile effetto,
piogge dorate di numeri transustanzieranno la frullatura in una analisi
sismica non lineare con accelerogramma spettrocompatibile. Questa è la
potenza della religione.
Prendiamo
quest’altro significativo passaggio:
Il periodo di
ritorno dell’azione sismica agente sulla costruzione, invece, è funzione anche
della vita nominale della costruzione, oltre che della classe d’uso, del tipo
di terreno e della pericolosità del sito.
(Circolare C2.4.1)
Scacciate
da voi – peccatori – l’idea perniciosa che dire che il periodo di ritorno del terremoto lo stabilisce la vita nominale della costruzione (ad
esempio 35, 50, 75 o 100 anni) sia come pretendere di dire alla Terra come si
deve comportare, sulla base di come voi e Don Ciccio vi siete accordati in
merito a come costruire l’albergo vista mare.
La religione della Circolare e delle NTC ci dice che c’è
un supermarket dei terremoti ([11]) e
noi possiamo prendere quello che ci aggrada. Serve un terremoto con periodo di
ritorno di 392,8 anni? C’è. 117,4? C’è. 47,8? C’è. 407.92? C’è. 276,4? C’è.
E c’è dovunque, basta usare le equazioni: Capua, Sondrio,
Palermo, Aosta, Pordenone, Isernia o Perugia. Tutte queste città hanno,
volendo, il loro terremoto con periodo di
ritorno di 276,4 anni e il loro corrispondente scuotimento sismico, che
segue docile, con tre o quattro cifre decimali. Non è una mirabilia? Cos’è
questa se non è fede? E’ questa la meraviglia della fede sismica della
Repubblica Italiana, emanata per decreto ministeriale, è questo il credo che ci
viene imposto per legge.
E non siamo soli, no, non siamo
soli. Questo è un credo iniziato da un ingegnere verso la fine degli anni ’60, e
presso le più famose università statunitensi, una garanzia di qualità, come si
dice, a prescindere. Tutto quello che
arriva dagli Stati Uniti è oro colato. Queste cose arrivano dagli Stati Uniti.
Queste cose sono oro colato. Questa è, nella sostanza, una delle ragioni per
cui siamo obbligati a usarle per decidere come curare Palazzo Vecchio e Santa
Maria del Fiore. E anche casa nostra.
Noi abbiamo avuto, sì, abbiamo
avuto qualche problema: a l’Aquila, in Emilia. Amatrice, Norcia. Ischia. La
zona etnea. Qualcuno ha paragonato lo spettro misurato (spettro fattosi reale)
con quello della norma, in tutti questi casi. E qualcuno ha scandito ricordando
ancora Galileo “ve-ri-fi-ca spe-ri-men-ta-le”.
Infatti, come talvolta succede con le profezie di Nostradamus, la norma non ci
ha preso. Alcuni hanno pazientemente spiegato che no: serviranno altri
dodicimila anni per dimostrare che quanto è nella Norma è assimilabile dai
miscredenti a una profezia di Nostradamus.
Altri hanno osservato che la pretesa che la Norma desse
valori di scuotimento affidabili proprio lì, dove c’era stato il terremoto, era
una pretesa eccessiva: solo ad almeno
qualche decina di chilometri dall’epicentro la norma si può applicare. Bisogna
dunque come minimo credere di vivere
a più di qualche decina di chilometri da un futuro epicentro. Per gli altri, al
momento: amen.
I soliti miscredenti hanno visto valori di norma
fortemente superati. Differenze tali da far impallidire tutti i coefficientini
da farmacista, per non parlare delle quattro cifre significative della Gazzetta
Ufficiale della Repubblica. Le NTC 2008 divennero rosse per la vergogna. Ma
l’ha visto solo qualcuno.
Sebbene la Circolare sia un atto
di fede, traspare in essa talvolta un fremito di dubbio che le lunghe pratiche
non hanno potuto eliminare.
Tale approccio,
che rappresentava una delle principali novità delle NTC 2008, rimane invariato
nell’attuale versione e dovrebbe condurre in media,
sull’intero territorio nazionale, ad una significativa ottimizzazione dei costi
delle costruzioni antisismiche, a parità di sicurezza.
(Circolare
C3.2)
Qui
si vede che il tarlo del dubbio ha toccato anche chi l’ha scritta, questa
Circolare. “Dovrebbe”, ma lo scopriremo solo nei prossimi dodicimila anni.
Infatti, squadra che vince non si cambia, e dato che le NTC 2008 si erano
distinte nella sismica, giustamente la Repubblica le ha confermate in toto,
proprio nella sismica. Un loro sovvertimento avrebbe provocato infatti
sconcerto. Le masse si sarebbero trovate di fronte a una realtà troppo cruda da
affrontare, che avrebbe richiesto, per la prima volta nella nostra storia, azioni
preventive serie dettate da una sana paura: il terremoto arriva dove e come
vuole lui, Don Ciccio non decide nulla.
Ma in Italia prima è stato spiegato per decenni che i
comuni erano non sismici, poi è stato
spiegato che i sismi ritornano regolarmente,
e che hanno valori di scuotimento prevedibili con tre o quattro cifre, e infine
che c’è la vita nominale restante
degli edifici esistenti: è chiaro che la popolazione non crede che un terremoto la colpirà mai, e crede invece che
quelli colpiti siano stati particolarmente sfortunati. Ciò anche spiega perché
il sisma bonus non sembra aver incontrato favore: il rischio sismico non è
percepito affatto.
Come ogni religione ha il suo Centro Irradiatore, così la
fede nel terremoto con periodo di ritorno,
come l’autobus, si irradia in Italia da un Ente Superiore:
Il dato di
partenza per la definizione dell’azione sismica rimane sempre lo studio di
pericolosità sismica italiana di base, i cui risultati sono stati prodotti e
messi in rete dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
[…]
(Circolare
C3.2)
Dobbiamo
dunque essere grati all’INGV, che recentemente, per la penna di un suo autorevole
esponente, ci ha spiegato tra l’altro che la nuova mappa probabilistica che è arrivata, ed alla quale hanno
collaborato ben 150 persone, non utilizza il verde per non dare l’errata idea che si siano zone sicure. Una cosa
che ha rassicurato molti di noi, che hanno visto in questa scelta un gesto
provvidenziale, atto a non indurci a confondere la mappa di pericolosità con il
semaforo sotto casa. Quanta paternale saggezza.
Certo, alla prossima presenza nel più noto e longevo dei
salotti televisivi italiani, significativamente ricordata dall’esponente di
INGV come prova della diffusione e del successo della precedente mappa, i
colori si vedranno meno bene senza il verde: ma hanno già fatto in passato il
plastico 3D della mappa col polistirolo e quindi non ci saranno problemi.
Questa mappa deve essere l’oggetto della nostra fede e va
creduta: vederla appoggiata su un tavolino, tridimensionale, colorata e
spigolosa, aiuta a credere che sia vera. La tocco: quindi c’è. E se c’è, è
vera. E se è vera è esatta, tanto da utilizzarla per decidere come spendere
enormi capitali pubblici e privati.
Alcune settimane fa, un nutrito gruppo di autorevoli
studiosi – per lo più, ed è una novità, professori universitari – , si è
lamentato con un documento ufficiale firmato della assurdità del sisma bonus (un nome così infelice e
lunare che basterebbe solo questo a imporre delle modifiche) e del fatto che i
soldi pubblici vengano dissipati senza una reale priorità, né un criterio
condivisibile in merito alla diversa urgenza e importanza che i diversi
provvedimenti comportano.
Infatti, il sisma bonus è un fai-da-te: chiunque, dotato
di ingegnere al seguito, e usando le equazioni pseudo-scientifiche introdotte
come naturale prolungamento delle NTC, può calcolare la perdita annua media legata alle diverse “frequenze medie del
terremoto” ed ai diversi scuotimenti, e chiedere uno sgravio fiscale assai
corposo. Il documento ha avuto una vasta eco, tanto che lo stesso Corriere della Sera se ne è occupato ([20])
e più recentemente anche La Repubblica
([21]).
Vale dunque la pena di
approfondire la discussione, poiché questo fatto è strettamente correlato alle
NTC ed alla Circolare e quanto scritto dagli studiosi importante, sebbene a
nostro parere incompleto.
Dicono tra le altre cose gli
estensori del documento (al quale ha aderito anche il Presidente di INGV):
Ciò che manca è una strategia di contenimento del
rischio all’altezza di un paese moderno.
[…]
Viene così enfatizzato [da una campagna televisiva che
pubblicizzava il sisma bonus] ciò che in realtà rappresenta un disvalore e cioè
l’assenza di indispensabili valutazioni di priorità, mettendo sullo stesso
piano il rischio che grava sugli abitanti di Sondrio e quelli di Lamezia, su
quelli di Milano e quelli di Catania. Un’agevolazione quindi indifferenziata,
staccata dal contesto fisico e sociale del Paese, che non distingue le zone ad
alto rischio sismico e quelle a basso rischio […].
[…]
Il progetto è stato presentato come multigenerazionale,
[…], per arrivare ad un risultato comunque casuale e indeterminato anche nel
costo.
[…]
Si rischia infine di creare nell’opinione pubblica e
nei futuri governi il falso convincimento che sia già stato messo in atto un
efficace antidoto contro il rischio sismico, un tipo di rischio reale che, in
apparente controtendenza rispetto ad altre tipologie di rischio
sovradimensionate rispetto alla realtà, viene percepito nel nostro Paese
largamente al di sotto del suo effettivo peso.
[…]
Si è scelto insomma di non tener conto di priorità
drammatiche, per i cittadini residenti in “zone 1 e 2”, evidenziate con gli
ultimi terremoti da crolli rovinosi favoriti da recenti inidonei interventi
edilizi. Su questa linea, un altro indizio di un pensiero di base debole sta nella
validità economica della operazione.
[…]
Temiamo fortemente che la classe politica non si renda
sufficientemente conto della gravità della situazione e sottovaluti gli
altissimi costi del “non prevenire”.
(La prevenzione sismica in Italia: una
sconfitta culturale, un impegno inderogabile [19])
Si
tratta di affermazioni molto gravi. Lette con molta attenzione e considerando
le parole usate danno i brividi.
Esse sono del tutto condivisibili a parte l’ultima, che
sembra dare la responsabilità ai politici: in realtà la classe politica non ne
sa nulla di ingegneria sismica, spetta agli studiosi e ai tecnici spiegare
correttamente i problemi ai politici. Ma se gli studiosi e i tecnici accettano
da anni e anni aberrazioni palesi sino a farle arrivare in Gazzetta Ufficiale, e
senza proferire parola, i politici possono solo prendere atto[1].
Gli studiosi del documento [19] sostengono che il
meccanismo del sisma bonus non tiene conto del diverso grado di rischio
presente nelle varie parti del Paese.
Tuttavia, se si esamina in dettaglio il decreto
ministeriale sul sisma bonus ([16]) e il documento esplicativo del Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici ([17]), si resta stupiti nel vedere che in realtà
è proprio del rischio che il decreto
sul sisma bonus dice di tener conto. In altre parole, i metodi proposti
dovrebbero tenere già conto della differenza tra Milano e Catania o tra Sondrio
e Lamezia.
Bisogna allora osservare che i metodi usati dal decreto
sul sisma bonus sono esattamente quelli delle NTC e della Circolare, né più né
meno, sono solo lo svolgimento formale dei principi
di fede enunciati dalle NTC e ora ulteriormente puntellati dalla Circolare.
Dice infatti il Decreto sul sisma bonus (enfasi nostre):
“Il metodo convenzionale […] è basato sull’applicazione dei normali metodi di analisi previsti dalle
attuali Norme Tecniche”
[…]
Per il calcolo di tali parametri […] è necessario
calcolare […] le accelerazioni di picco
al suolo per le quali si raggiungono gli stati limite SLO, SLD, SLV ed SLC,
utilizzando le usuali verifiche di sicurezza agli stati limite previste dalle
Norme Tecniche per le Costruzioni.
(Linee Guida per la Classificazione del
Rischio Sismico delle Costruzioni, [16])
E il
Consiglio Superiore chiarisce ulteriormente:
Metodo convenzionale: applicabile a qualsiasi tipologia
di costruzione, basato sull’applicazione
dei normali metodi di analisi previsti dalle attuali Norme Tecniche.
[…]
(Al via la Classificazione del Rischio
Sismico delle Costruzioni per prevenzione e Sismabonus [17])
Ed en passant andava bene a tutti i membri del Consiglio Superiore:
Il 20 febbraio 2017 l’Assemblea Generale del Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici ha espresso all’unanimità
parere favorevole al testo delle “Linee Guida per la Classificazione del
Rischio Sismico delle Costruzioni”.
(Al via la Classificazione del Rischio
Sismico delle Costruzioni per prevenzione e Sismabonus [17])
Se
si crede di poter “calcolare” gli
scuotimenti associati alle “probabilità” tramite il “periodo di ritorno” con
quattro cifre significative (“probabilità” ormai pacificamente date per
“costruite dal nulla” anche in ambiti non ingegneristici [22]); se si crede che l’accelerazione di picco sia
l’unico indice di severità della azione sismica; se si crede alle forme degli spettri della normativa e alle loro
accelerazioni di ancoraggio; se si crede
alle percentuali di spesa per la ricostruzione associate agli “stati limite
SLO, SLD, SLV ed SLC” messe nel decreto, e valide per ogni costruzione!, e se
si crede che si possa linearizzare
tra una e l’altra in funzione delle “frequenze medie dei sismi”; se si crede di poter manipolare calcolando gli
uni dagli altri i “periodi di ritorno” e accelerazioni di picco, con una formuletta
messa nel decreto; e se e se e se … allora tutto
diventa possibile. E sulla base del risultato, si può orientare tutta la
politica di prevenzione di uno Stato.
Infatti, in questa distorta logica
attuariale, perché dovrei distinguere tra Milano e Catania, se la “perdita
annua media” fosse la stessa[2]?
E perché dovrei distinguere tra il passare da una classe di rischio F a una E,
ed il passare da una classe C e una B se il guadagno in termine di minor “perdita
annua media” fosse lo stesso? Se passo dal 5% al 4% di “perdita annua media” o
dal 2% all’ 1%, non sto sempre guadagnando un 1% di “perdita annua media”?
E se per una casa a Catania si ha
una classe di rischio G e si passa alla F, riducendo il rischio legato alla
salvaguardia della vita, mentre a Milano si passa dalla C alla B, riducendo la perdita annua media, e quindi il rischio
per il portafogli senza nessun rischio per la vita, ebbene, questo o quello
pari sono: le vite umane catanesi sono perfettamente e attuarialmente assimilate
al costo degli interventi di manutenzione per violazione dello stato limite di
danno milanesi.
La perdita dei muri di tamponamento è misurata in modo
omogeneo alla perdita delle vite umane. Ciò rappresenta, nero su bianco, una
scelta della quale non ci sembra i decisori politici siano compiutamente stati
informati. Gli studiosi non allineati hanno a nostro parere il dovere di farlo.
Per comprendere la profonda stortura di questi decreti
bisogna comprendere fino in fondo la fede che implicano, ed i sordi automatismi
che, partendo da premesse del tutto errate, e da una apparente assenza di dubbi
o di mitigazioni, o di confronto con le conseguenze, arrivano come orologi svizzeri
alle conclusioni più assurde e inique, come giustamente segnalato anche dagli
studiosi del documento di critica al sisma bonus, senza curarsi della
dissipazione di denaro pubblico e del sostanziale abbandono dei cittadini alla
loro condizione di alto rischio, anche causata da quella dissipazione.
Nel testo della Circolare troviamo limpidi echi che
risuonano con i principi del sisma bonus, echi che esplicitano la purissima
fede nelle procedure totalmente infondate che contraddistinguono le NTC:
La diversità di
trattamento tra nuovo ed esistente (sull’intero territorio nazionale) è motivata dalla volontà di perseguire, in un regime di
risorse limitate, la massima riduzione
possibile del rischio sismico medio. Così
facendo si interviene, a parità di risorse pubbliche impiegate, su un numero di
costruzioni esistenti molto maggiore di quello che si avrebbe allineando la
sicurezza minima dell’esistente a quella del nuovo.
(Circolare
C1.1)
Ma
cosa vuol dire, veramente, ridurre il rischio
sismico medio? Chi crede di poterlo calcolare, o addirittura minimizzare (“massima riduzione possibile del rischio
sismico medio”), se non il credente in una fede religiosa privo di dubbi,
privo di confronto con la realtà?
Pretendere di saperlo minimizzare nel miglior modo
possibile o anche solo stimare, nel Paese dove nemmeno il catasto è aggiornato,
vuol dire accettare come giusto o anche solo utile, oltre a quanto già detto, tutto
l’armamentario di:
- ipotesi sicuramente già sperimentalmente non verificate,
- formule matematiche magiche basate su queste,
- medie di alberi logici con giudizi esperti,
- percentili basati su questi e promossi a intervalli di confidenza,
- estrapolazioni fuori dall’ambito di applicabilità di leggi geofisiche valide su scala globale,
- pregiudizi sul comportamento sperimentale in assenza di prove sperimentali,
- fortunose interpolazioni in piani logaritmici con errori spaventosi,
- distribuzioni di probabilità lognormali assunte a priori,
- ricostruzione di magnitudo con tre decimali dai registri parrocchiali medioevali,
- brutali semplificazioni dei costi e dei benefici, del valore delle città e dei borghi,
- e ancora, ancora e ancora.
E
tutto ciò arriva sino al picco aberrante di escludere attività sicuramente
utili, perché non ancora ricomprese nei modelli pseudo scientifici che la norma
implementa:
Tali interventi, come ad esempio un’idonea sistemazione
dei controsoffitti al fine di scongiurarne la caduta in caso di sisma, ecc., sono
auspicabili e auspicati ma l’attuale mancanza di procedure omogenee che ne
quantifichino i contributi positivi, in termine sia di perdite (economiche)
annue medie attese sia di incidenza sulla salvaguardia della vita, non ne
consente al momento la trattazione. Anche per questi casi, comunque, è
possibile ricorrere agli sgravi fiscali minimi già previsti dalle norme di
agevolazione.
(Linee Guida per la Classificazione del
Rischio Sismico delle Costruzioni, [16])
Siamo
dunque nelle mani di una normativa che ha eletto quattro formulette prive di
alcun fondamento fisico a dogma, e che da queste deriva tutta la politica di
prevenzione e messa in sicurezza sismica del Paese. Se le formulette non
riescono a fare il verso alla realtà, non vengono scartate o messe da parte
temporaneamente le formulette: viene messa da parte la realtà.
Il testo principale di questa fede, in Italia, non è il
decreto per il sisma bonus, il testo sacro di questa fede sono le NTC e ora la
Circolare, e tutto l’approccio probabilistico connesso alla valutazione della
pericolosità sismica. Questo ha stravolto il nostro modo di ragionare e
progettare ed è del tutto inidoneo alla protezione sismica del nostro meraviglioso
e unico Paese. E’ quindi gravissimo che dopo undici anni nulla sia migliorato,
ma solo peggiorato.
Noi
crediamo che il documento firmato da quel nutrito drappello di esperti sia un
segno importante. Apparentemente manca, in quel documento, la presa di
coscienza che le aberrazioni del sisma bonus non sono altro che il “logico”
svolgimento delle aberrazioni presenti nelle NTC 2008 e 2018, comunque quel
documento rappresenta un passo avanti, perché è una parte del mondo accademico
a parlare.
Speriamo che nei prossimi mesi e anni questa parte del
mondo accademico rompa il silenzio anche nelle sedi deputate. Diversamente sarà
stato inutile.
Nella parte relativa alla determinazione della
pericolosità sismica e delle azioni sismiche, le NTC descrivono una pericolosa fede.
Se non ci fosse di mezzo la pubblica incolumità e il denaro pubblico, non ci
sarebbe nulla da dire. Ciascuno può credere in quel che vuole. Ma poiché è della
vita delle persone, delle corrette informazioni ai cittadini e ai
professionisti, e dei soldi pubblici che si sta parlando, risulta
particolarmente odiosa la imposizione di una fede religiosa a chi vuole
conservare l’esercizio della ragione, nell’interesse del proprio Paese.
__________________________________________
Riferimenti
[1] Rugarli P, 2008,
Zone Griglie o…Stanze, Ingegneria Sismica, 1
[2] Risoluzione Benamati, Commissione
Permanente Ambiente Territorio e Lavori
Pubblici, 7/00414, 14/10/2010
[3] Panza GF, Scenari di
Pericolosità Sismica, Audizione presso la Camera dei Deputati, VIII Commissione
Permanente Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, 15/2/2011, Slide di presentazione, qui su CD
[4] Panza GF, Scenari di
Pericolosità Sismica, Audizione presso la Camera dei Deputati, VIII Commissione
Permanente Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, 15/2/2012, Slide di presentazione, qui su CD. Resoconto
stenografico, qui su CD
[5] Lettera aperta al
Presidente del CNR, “Richiesta di chiarimenti pubblici su CNR DT 212/2013” [qui su CD]
[6] Rugarli P, 2014,
Validazione Strutturale, I Diagonali,
EPC, Roma [cap. 9, Il Caso delle
Normative sismiche, qui su CD]
[7] Guimarães Pereira,
Â., Ravetz, J., Saltelli, A. 2015. Significant Digits: Responsible Use of Quantitative Information. European
Commission. Doi 10.2760/9793
[8] Accademia Nazionale
dei Lincei, La Resilienza delle Città d’Arte ai Terremoti, 3-4/11/2015 Roma.
[9] R.J. Geller, F.
Mulargia, P. B. Stark, 2015, “Why We Need a New Paradigm of Earthquake
Occurence”. http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/9781118888865.ch10/summary
[10] Rugarli P, 2015, The role of the standards in
the Invention of the Truth, Accademia Nazionale dei Lincei, Atti del Convegno
La Resilienza delle Città d’Arte ai Terremoti, Bardi Editore [qui sul CD]
[11] Rugarli P, 2015, Primum: non nocere, Accademia
Nazionale dei Lincei, Atti del Convegno La Resilienza delle Città d’Arte ai
Terremoti, Bardi Editore [qui sul CD]
[12] Panza GF, Romanelli F, Vaccari F, Altin G,
Stolfo P, Vademecum for the seismic verification of existing buildings:
application to some relevant buildings of the Trieste Province, Atti del
Convegno La Resilienza delle Città d’Arte ai Terremoti, Bardi Editore [qui sul CD]
[13] Panza P, Peresan A,
2016, Difendersi dal Terremoto Si Può, I
Diagonali, EPC, Roma [cap. 7, Applicazioni
di NDSHA a Scuole ed Edifici Strategici,
qui sul CD]
[14] Panza G F, Rugarli P, 2016, Giurisprudenza e
Scienza: Les Liaisons Dangereuses, Accademia Nazionale dei Lincei, Atti del
Convegno Giurisprudenza e Scienza, Bardi Editore [qui sul CD]
[15] Mulargia F., Stark P. B., Geller R. J.,
Why is Probabilistic Seismic Hazard Analysis (PSHA) still used?, Physics of the
Earth and Planetary Interiors, 264, Marzo 2017, https://doi.org/10.1016/j.pepi.2016.12.002
[16] D.M. 65,
7/3/2017, Allegato A, “Linee Guida per la Classificazione del Rischio Sismico
delle Costruzioni”, http://www.mit.gov.it/normativa/decreto-ministeriale-numero-65-del-07032017
[17] C.S.LL.PP. “Al
via la Classificazione del Rischio Sismico delle Costruzioni per prevenzione e
Sismabonus”, http://www.mit.gov.it/sites/default/files/media/normativa/2017-05/20170228%20Classi%20Rischio%20Sismico%20e%20Sismabonus%20-%20slide.pdf
[18] Panza G F, 2018, Una riflessione, Giornale
dell’Ingegnere 8, https://www.tuttoingegnere.it/images/il_giornale_dell_ingegnere/2018/Il_Giornale_dellIngegnere_n.8_ottobre.pdf
[19] AA.VV.,
Dicembre 2018, La prevenzione sismica in Italia: una sconfitta culturale, un
impegno inderogabile, http://www.sigeaweb.it/documenti/prevenzione-sismica-italia.pdf
[20] Stella, G A, 2018, Prendersi Cura del Paese, Corriere
della Sera 29/12/2018, https://www.corriere.it/opinioni/18_dicembre_29/prendersi-cura-paese-13a31bae-0bb6-11e9-aa07-eb4c2c5595dd.shtml
[21] Nasso M, “Sisma
Bonus, l’allarme degli esperti: ‘Una Misura Insostenibile’”, La Repubblica,
12/2/2019, https://www.repubblica.it/economia/2019/02/12/news/sisma_bonus_l_allarme_degli_esperti_una_misura_insostenibile_-218621904/
[22] Saltelli A.,
Stark P, Statistiche al tempo della Crisi, EPICHANGE
_______________________________________________________
Documenti presenti sul CD
Audizioni e Atti Parlamentari
Benamati G, Risoluzione
in Commissione Parlamentare Ambiente Territorio e Lavori Pubblici, 7/00414, 14/10/2010
Panza GF, Scenari di
Pericolosità Sismica, Audizione presso la Camera dei Deputati, VIII Commissione
Permanente Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, 15/2/2011, Slide di
presentazione
Panza GF, Scenari di
Pericolosità Sismica, Audizione presso la Camera dei Deputati, VIII Commissione
Permanente Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, 15/2/2012, Resoconto stenografico
e Slide di presentazione
Estratti dagli atti di
convegni presso l’Accademia Nazionale dei Lincei
Accademia Nazionale dei Lincei, Indice Atti del
Convegno La Resilienza delle Città d’Arte ai Terremoti, Bardi Editore
Accademia Nazionale dei Lincei, Indice Atti del
Convegno Giurisprudenza e Scienza, Bardi Editore
Rugarli P, 2015, The role of the standards in the
Invention of the Truth, Accademia Nazionale dei Lincei, Atti del Convegno La
Resilienza delle Città d’Arte ai Terremoti, Bardi Editore
Rugarli P, 2015, Primum: non nocere, Accademia
Nazionale dei Lincei, Atti del Convegno La Resilienza delle Città d’Arte ai
Terremoti, Bardi Editore
Panza GF, Romanelli F, Vaccari F, Altin G, Stolfo P,
Vademecum for the seismic verification of existing buildings: application to
some relevant buildings of the Trieste Province, Atti del Convegno La
Resilienza delle Città d’Arte ai Terremoti, Bardi Editore
Panza G F, Rugarli P, 2016, Giurisprudenza e Scienza:
Les Liaisons Dangereuses, Accademia Nazionale dei Lincei, Atti del Convegno Giurisprudenza
e Scienza, Bardi Editore
Estratti da libri
Panza P, Peresan A,
2016, Difendersi dal Terremoto Si Può, I
Diagonali, EPC, Roma [cap. 7, Applicazioni
di NDSHA a Scuole ed Edifici Strategici]
Rugarli P, 2014,
Validazione Strutturale, I Diagonali,
EPC, Roma [cap. 9, Il Caso delle
Normative sismiche]
Lettere aperte
Lettera aperta al
Presidente del CNR, “Richiesta di chiarimenti pubblici su CNR DT 212/2013”
[1] Si veda
anche l’intervento del Prof. Mulargia, allora membro della Commissione Grandi
Rischi, al convegno [8] (minuto 1:38 parte 2). I politici devono tener conto
della maggioranza, ma la Scienza, quella no, non è democratica.
[2]
La perdita annua media, lo
ricordiamo, è un arzigogolo privo di fondamento fisico. Essa è priva di
fondamento fisico perché basata sul concetto di “periodo di ritorno”, che non
ha base fisica e di “frequenza media” ottenuta come inverso di tale “periodo di
ritorno”. Essa si ottiene facendo la somma integrale dei contributi dei sismi
aventi tutti i “periodi di ritorno” ricompresi tra due limiti. Il limite che
comporta uno scuotimento atto a generare una situazione per la quale si abbia
la convenienza a demolire e ricostruire (supponiamo per l’edificio in esame un
“periodo di ritorno” di 400 anni); e il limite che comporta uno scuotimento
atto a generare un “inizio di danno non strutturale” (fissato come un “periodo
di ritorno” di 10 anni). Tra uno stato limite e l’altro, si applica una formula
lineare, in modo che se il costo per un sisma con “periodo di ritorno” di 300
anni è il 30% del valore della costruzione, e il costo per un sisma con
“periodo di ritorno” di 100 anni è del 20%, il costo per un sisma con “periodo
di ritorno” di 200 anni sarebbe determinato linearizzando nel piano “frequenze
medie”-“costi percentuali”, dove – come detto – per chi ci crede l’inverso del
“periodo di ritorno” è una “frequenza media”. La perdita annua media si ottiene sommando tutti i contributi di tutti gli infiniti sismi aventi i
“periodi di ritorno” ricompresi tra 400 anni e 10 anni. Tutti questi infiniti sismi
entrano a far parte del conteggio, con disgiunto e sommato effetto sulla
“perdita annua media”.