Buonasera Ingegner Rugarli.
Mi piacerebbe porle una questione che è venuta fuori il giorno prima delle “ferie” di Natale.
Ho ricevuto una validazione ad un progetto da me fatto di una scala di sicurezza in acciaio un po’ ardita.
Le questioni che il validatore pone sono secondo me molto interessanti e suscitano in me qualche dubbio.
La prima questione che il validatore pone riguarda il fenomeno di instabilità delle colonne della scala.
Egli afferma infatti che secondo lui andrebbe svolta una analisi di Buckling in cui, oltre ai carichi verticali andrebbero inseriti i carichi orizzontali (ad esempio il vento).
Il primo dubbio che mi viene quindi riguarda proprio la definizione dell’analisi di Buckling.
Essa è una analisi agli autovalori che si basa sulla determinazione dei moltiplicatori dei carichi di collasso attraverso la risoluzione del problema di Eigen generalizzato.
Da quello che ho studiato, inoltre, essa dovrebbe essere eseguita solamente utilizzato come “vettori esploratori” i carichi verticali fattorizzati allo SLU.
Non riesco a capire perciò (probabilmente perché mi sfugge qualcosa) il motivo di impostare una analisi di Buckling in cui vengono inseriti anche i carichi orizzontali.
Che informazioni aggiuntive ottengo?
Quello che penso è che i carichi orizzontali andrebbero inseriti in una analisi PDelta, con la quale studio direttamente il fenomeno dell’instabilità, per innescare i possibili fenomeni instabili.
La seconda questione riguarda, invece, il legame tra il coefficiente alfacritico ottenuto dall’analisi di Buckling e proposto al capitolo 4 per valutare la suscettibilità delle strutture agli effetti del secondo ordine e il coefficiente theta presentato nel capitolo 7 delle NTC2018, il quale permette di valutare la suscettibilità gli effetti del secondo ordine per le strutture soggette a sisma.
Se non sbaglio, la formula del theta è valida per edifici multipiano e quindi, di conseguenza, non può essere generalizzata.
Essa è stata introdotta inoltre per ricordare ai progettisti che quando progettano in duttilità uno degli aspetti negativi che si verificano è l’introduzione di fenomeni PDelta che insorgono proprio per l’elevata duttilità della struttura e i conseguenti spostamenti elevati.
Un approccio più generale può utilizzare a questo scopo (studio di suscettibilità delle strutture antisismiche agli effetti del secondo ordine) una analisi di Buckling dimostrando che l’alfacritico è maggiore di 10? (Forse è più corretto alfacritico (valutato per i carichi verticali quasi permanenti) maggiore di 10 per il fattore di struttura utilizzato?)
Avevo letto, se non sbaglio, nella norma, che theta è esprimibile come alfacritico alla meno 1.
Ciò significa che alfacritico maggiore di 1 equivale a theta minore di 0,1. O sbaglio?
In definitiva quindi se è possibile eseguire un’analisi di Buckling in sostituzione al test del theta come si deve agire? Basta inserire solo i carichi verticali fattorizzati allo SLV?
Bisogna adottare qualche accorgimento particolare? Come farebbe lei questo studio?
Come sempre la ringrazio molto per la sua disponibilità e approfitto per farLe gli auguri di buone feste.
Terminologia
Analisi di buckling
Rilevanza delle combinazioni
Metodo generale
Usato ubicuamente dall'Eurocodice 3 ma senza dirlo (lastre, profili formati a freddo, svergolamento ecc.),
il metodo generale generalizza, appunto, i risultati ottenibili sulla colonna semplice a strutture
generiche.
Se nella colonna semplice è noto come calcolare la snellezza in funzione della geometria e dei vincoli, in una
struttura generica (una struttura spaziale, una copertura, una struttura industriale) ciò non è affatto chiaro.
Nel mio libro Calcolo di Strutture in Acciaio, già nel 2008 [1], 16 anni fa, avevo spiegato come funziona il metodo
generale, illustrandone la ratio. Avevo proposto di chiamare criticità, la snellezza "adimensionale" λ,che serve per calcolare il fattore di riduzione χ in funzione della curva di stabilità. Tale numero, per le strutture
generiche, viene calcolato solo con due moltiplicatori:
- il moltiplicatore critico αcr (analisi di buckling)
- il moltiplicatore ultimo αu (analisi limite)
- Determinare per ogni combinazione i più αcr,ij
- Per ogni combinazione, determinare il relativo moltiplicatore limite αu,i
- Scegliere per ogni modo critico una determinata curva di stabilità (a, b, c, d, per modi non elementari si dovrebbe partire almeno dalla b)
- Determinare per ogni modo critico e per ogni combinazione il proprio αr,ij, mediante le relazioni indicate.
- Trovare il valore minimo di tale insieme di moltiplicatori reali, e adottare quello come misura del rischio di instabilità. Tale numero dovrebbe almeno essere pari a 1.05, ma meglio se un po' superiore, 1.15 ad esempio.
La scelta della curva di stabilità
- tanto più la struttura è ampia e tanto più sarà imperfetta
- strutture montate in officina sono meglio di strutture montate in sito
- i giochi foro-bullone influiscono sulle imperfezioni
- le strutture in parete sottile sono più prone alla instabilità
- le saldature in opera sono più pericolose di quelle in officina
- la curva di stabilità può anche essere ottenuta fissando valori del coefficiente di imperfezione α in modo intermedio tra una curva e l'altra o peggiore della curva d.
La determinazione del moltiplicatore ultimo αu
Implementazione
- che usino il metodo generale
- che consentano la buckling su dozzine o centinaia di combinazioni alla volta
- che rappresentino in modo comprensibile i risultati
Risposta ai quesiti
Egli afferma infatti che secondo lui andrebbe svolta una analisi di Buckling in cui, oltre ai carichi verticali andrebbero inseriti i carichi orizzontali (ad esempio il vento).
Essa è una analisi agli autovalori che si basa sulla determinazione dei moltiplicatori dei carichi di collasso attraverso la risoluzione del problema di Eigen generalizzato.
Da quello che ho studiato, inoltre, essa dovrebbe essere eseguita solamente utilizzato come “vettori esploratori” i carichi verticali fattorizzati allo SLU.
Che informazioni aggiuntive ottengo?
Quello che penso è che i carichi orizzontali andrebbero inseriti in una analisi PDelta, con la quale studio direttamente il fenomeno dell’instabilità, per innescare i possibili fenomeni instabili.
Se non sbaglio, la formula del theta è valida per edifici multipiano e quindi, di conseguenza, non può essere generalizzata.
In definitiva quindi se è possibile eseguire un’analisi di Buckling in sostituzione al test del theta come si deve agire? Basta inserire solo i carichi verticali fattorizzati allo SLV?
Bisogna adottare qualche accorgimento particolare? Come farebbe lei questo studio?
Credo che l'articolo abbia chiarito completamente il tema. Io uso il metodo generale e il mio programma,
scritto da me.
Chiarisco che anche altri software usano il metodo generale. Spero bene del resto. Come ha visto, io ne ho scritto in un libro 16 anni fa, ma, a quanto pare, non è molto servito.
Amen.