lunedì 5 settembre 2016

Amatrice: (1). Terremoto

Il terremoto. Un ispettore generale, passa di rado. Quando e dove vuole lui. Talvolta, ma non sempre, ritorna sugli stessi luoghi. Mai eguale. Va dove qualcosa nella crosta terrestre non riesce più a farcela, e da lì corre veloce.

Non si può corrompere, il terremoto, e non guarda in faccia a nessuno. E' un ispettore severissimo. Dove va, mette alla prova tutto. Ogni terremoto ha le sue preferenze: case basse e rigide questo, altri case medie e più flessibili.

Tutto quanto è, sarà messo alla prova. Tutto, senza esclusione. Anche il buco per fare un'altra porta. Anche la finestra che prima non c'era. Anche la scarpa finita nel getto. O i ciottoloni. O l'acqua dell'impasto. Anche quella volta che ma sì, tanto di ferro ce n'è. O che il ferro non è stato piegato a dovere. O posto della lunghezza giusta.

Un grande collaudatore. Inflessibile ed incorruttibile. A nulla varranno i timbri ed i certificati. A nulla le firme.

Quello che c'è, dà mostra di sé. Si denuda impudico, senza più veli. Laido quando truffaldino. Altre volte decrepito o fatiscente. O ancora altre volte, sbagliato.

Se appariva come un'allegra dimora variopinta, ma dentro era una vecchia catapecchia, o un manufatto di cemento fatto o progettato da incompetenti, o tutte e due le cose assieme, sarà quest'ultimo ad avere l'ultima parola, e nessun belletto potrà mai nascondere a lui, al terremoto, come stanno le cose.

Ogni volta che arriva in forze, sono morti e macerie. Da sempre. A volte decine, a volte centinaia, a volte migliaia. Dovunque: a sud, a nord, a est, a ovest, nel centro. In Italia.

Chi le aveva provate mai, davvero, e tutte assieme, e con così germanico rigore, tutte quelle costruzioni? Quanti sono in grado di capire? Quanti studiano?

E' lui, il vero ed unico collaudatore. Non le sacchette di cemento, che spingono prevedibilmente in giù. Non le parziali e poco costose verifiche di legge. Non i timbri di inchiostro.

Lui, il terremoto, ha molto da insegnarci. Ma non abbiamo imparato molto, perché loro, i terremotati, non siamo mai noi, gli spettatori.

C'è sempre un santo che protegge e un crocifisso da salvare. Terra di miracoli, abbiamo sempre qualche miracolo da contemplare: è tutto volere di Dio.

Sia fatta la sua volontà? O è la nostra?

Nessun commento:

Posta un commento